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Parole che includono: quando il linguaggio fa la differenza

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Francesca Cavallini, psicologa, dottore di ricerca, fondatrice di Tice e donna neurodivergente racconta in questo blog come la psicologia e le scienze sociali abbiano cambiato il modo di considerare le persone neurodivergenti e fornirà alcuni spunti importanti nella relazione con persone neurodiverse. 

If you have any questions you can write to francesca.cavallini@centrotice.it

La guida di Tice al Linguaggio Inclusivo

Il linguaggio è uno strumento potente: può includere e valorizzare, ma anche escludere e rafforzare stereotipi. Per questo motivo, nasce la Guida di Tice al Linguaggio Inclusivo, un riferimento pensato per chi opera nei contesti educativi, professionali e di ricerca e vuole adottare un approccio consapevole e rispettoso della diversità.

Viviamo in una società in continua trasformazione, in cui l’attenzione all’equità, alla diversità e all’inclusione (EDI) sta diventando sempre più centrale. Tuttavia, molte parole e modi di dire ancora oggi riflettono disuguaglianze strutturali e possono involontariamente risultare dannosi per gruppi storicamente marginalizzati. Questa guida non ha l’obiettivo di imporre regole rigide, ma di offrire spunti di riflessione e suggerimenti pratici per favorire una comunicazione più rispettosa e attenta alle identità di tutte le persone.

Cambia il tempo ed evolve il linguaggio

Nel tempo, il linguaggio evolve e con esso cambia la percezione di ciò che è considerato inclusivo.

Per questo, il documento si basa su ricerche aggiornate, sulle esperienze di chi si occupa di linguaggio e discriminazione, e sul confronto con diverse comunità. Abbiamo ampliato il focus su neurodiversità, genere e gravidanza, discriminazione religiosa e stigma del peso, e affrontato il tema delle microaggressioni nel linguaggio quotidiano.

Perchè usare un linguaggio inclusivo?

Adottare un linguaggio inclusivo non significa censurare, ma scegliere consapevolmente le parole, riconoscendo l’importanza di chiamare le persone come desiderano essere chiamate. Significa essere aperti all’ascolto, al confronto e al cambiamento, consapevoli che le identità sono intersezionali e che nessun gruppo è monolitico.

Questa guida è uno strumento dinamico, che continuerà ad aggiornarsi con il contributo di chi ogni giorno lavora per rendere la comunicazione più equa e rispettosa. Non è una soluzione definitiva, ma un primo passo verso un modo di parlare e scrivere che riconosca e valorizzi la complessità delle persone e delle loro storie.

Glossario del Linguaggio Inclusivo

  • Accesso: creare pari opportunità eliminando le barriere che impediscono la partecipazione a gruppi, comunità o servizi.
  • Antisemitismo: pregiudizio o odio verso gli ebrei, che può portare a discriminazioni, violenze e crimini d’odio.
  • Bias: pregiudizio inconscio o consapevole che influenza il modo in cui percepiamo le persone o le situazioni.
  • Clima: sensazione di inclusione o esclusione in un ambiente di lavoro, scolastico o comunitario.
  • Umiltà culturale: disponibilità a imparare continuamente dalle altre culture, mettendo in discussione i propri pregiudizi e privilegi.
  • Competenza culturale: capacità di interagire efficacemente con persone di culture diverse, migliorando la comprensione reciproca.
  • Reattività culturale: rispondere con rispetto e sensibilità alle differenze culturali nelle interazioni quotidiane

In definitiva, il linguaggio conclusivo non è solo una chiusura formale, ma un potente strumento per lasciare un’impressione duratura, rafforzare il messaggio e guidare il lettore verso la riflessione o l’azione.

Vi ringrazio per essere arrivati fino a qui nella lettura di questo articolo e aspetto le vostre domande.

Francesca Cavallini

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Francesca Cavallini, psicologa, dottore di ricerca, fondatrice di Tice e donna neurodivergente racconta in questo blog come la psicologia e le scienze sociali abbiano cambiato il modo di considerare le persone neurodivergenti e fornirà alcuni spunti importanti nella relazione con persone neurodiverse. 

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