L’articolo di oggi nasce da un episodio che mi è capitato durante una terapia. Sono un psicologa dell’educazione e mi occupo di interventi di tipo cognitivo-comportamentale con bambini che frequentano la scuola primaria e che presentano difficoltà di apprendimento, difficoltà comportamentali o emotive.
I compiti sono uno degli strumenti che uso nel mio lavoro e diventano il mezzo per lavorare su tantissimi aspetti del percorso di crescita psicologico di un bambino.
Al termine di un compito, ho chiesto a Lorenzo… cosa provi quando sbagli? La sua risposta mi ha fatto riflettere e ho pensato di scrivere questo articolo per raccontarvi il valore aggiunto della psicologia dell’educazione.
L'impegno di Lorenzo
Lorenzo è un bambino di 8 anni che frequenta il terzo anno della scuola primaria, la vecchia terza elementare. Fa un po’ fatica a scuola. Si impegna moltissimo, ma ogni volta che deve svolgere un compito gli serve un sacco di energia per portarlo a termine. E non sempre il risultato è quello sperato.
Viene al centro perchè la mamma di Lorenzo si è accorta che faceva troppa fatica a svolgere i compiti assegnati dalla maestra e abbiamo iniziato un percorso insieme di potenziamento, di supporto allo svolgimento dei compiti e di psicoeducazione.
Nei prossimi mesi inizieremo anche il percorso di approfondimento diagnostico per indagare l’eventuale presenza di un Disturbo di Apprendimento Specifico. Lorenzo da grande vuole fare il pasticcere, due volte a settimana gioca a rugby e il suo miglior amico si chiama Elia.
Lorenzo conosce bene la fatica di imparare. Spesso ci prova, ma non riesce. Si sforza di ricordare la tabellina del 3, ma in testa ha solo una gran confusione. Quando scrive prende la penna in un modo tutto suo e dopo poche parole la mano gli fa malissimo, ma stringe i denti e ci prova a scrivere tutto. Solo che quando il dettato finisce, gli errori sono veramente tanti.
Eppure lui si è davvero impegnato molto.
Cosa provo quando sbagli?
I percorsi di psicoeducazione, soprattutto con i bambini dell’età di Lorenzo, sono ancora più efficaci se vengono ancorati ad esperienze pratiche e vissute. Magari si tratta di pochi minuti di apertura emotiva, poche parole, un disegno, l’ascolto di una canzone, un esercizio di Mindfulness tra un gioco e l’altro, ma si riescono ad affrontare anche argomenti di forte intensità emotiva.
Torniamo a Lorenzo…al termine di un compito svolto con tantissimo impegno e con tanti errori, mi sono fermata un attimo per ascoltare quello che stavo provando.
Si, io.
Ho messo in pausa la mia voglia di fornire a Lorenzo la strategia giusta o il giusto livello di prompt per renderlo autonomo. Ho fatto un passo indietro e ho ascoltato il mio senso di inadeguatezza, per le esperienze di insuccesso che Lorenzo stava sperimentando. Ero innervosita dalla quantità di compiti che doveva svolgere e anche amareggiata perchè ho pensato che se il giudizio scolastico si misurasse in impegno, lui avrebbe tutti 10!
E ho chiesto a lui, cosa provi quando sbagli?
What do you feel when you're wrong?
“Tante cose tutte insieme”
“Immagina questa torta. Disegna gli spicchi di quello che provi”
È così che ho scoperto che Lorenzo si sente soprattutto triste quando sbaglia, ma non solo. Ha paura di prendere un brutto voto o di essere messo in punizione. È arrabbiato perchè il suo migliore amico riesce senza difficoltà a fare tutti i compiti e lui si sente incapace. Prova addirittura disgusto nei confronti di sè stesso, perchè si sente meno intelligente degli altri.
Oggi abbiamo messo da parte il programma di potenziamento di lettura e abbiamo parlato di queste emozioni. Di quanto ognuna di esse sia importante anche se non tutte sono piacevoli. Abbiamo chiuso gli occhi e provato a dire con la voce e i gesti dove sentiamo queste emozioni sul corpo. Le abbiamo disegnate, colorate, immaginate.
I compiti li faremo domani.
Vuoi conoscere qualche esercizio sulle emozioni da fare a casa con il tu@ bambin@, guarda questo video sulla pagina YouTube di Tice.
Iris Pelizzoni
Psicologa, Dottore di Ricerca in Psicologia
Por una consulta escrita: Iris Pelizzoni