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Simply DAD

Un argomento attuale e di cui ogni famiglia si è trovata a discutere in questo ultimo anno è la DaD, divenuto argomento cardine all’interno degli ambienti domestici, lavorativi, nei contesti socio-educativi che animano le nostre città e che consentono lo svolgimento di attività per bambini, ragazzi e adulti.
Durante l’emergenza sanitaria Covid 19, le famiglie hanno potuto ed hanno dovuto adattarsi a quella che viene definita formazione online, ma cosa significa DAD?? e soprattutto fa bene?

DAD è un acronimo di “Didattica A Distanza” che sta a significare un percorso di apprendimento e di insegnamento online. È una modalità adottata per consentire agli studenti di continuare la loro formazione direttamente da casa, dopo la chiusura delle scuole comunicata all’interno del Dpcm del 4 marzo 2020.
Tale pratica DAD è tutt’ora in corso, seppur in continuo cambiamento a seguito delle linee guida nazionali e regionali che periodicamente vengono pubblicate dal governo. 

Cosa ne pensano gli insegnanti

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Nonostante quello che si possa immaginare, secondo indagini effettuate in questo anno di emergenza, il 73 % degli insegnanti ha promosso la didattica a distanza e sostiene l’importanza di continuare a usare la tecnologia anche nella didattica in presenza poiché l’idea di fondo è che la Dad abbia svecchiato la didattica tradizionale.

Voi siete d’accordo? Vediamo in questo articolo con la Dott.ssa Angela Saccà criticità della Dad, ma soprattutto come poterla vivere con serenità, in vista di un nuovo anno scolastico che potrebbe implementare la Dad nella normale esperienza scolastica. 

Di certo non sono state nascoste le criticità.
Alcune difficoltà riscontrate riguardano la formazione dei docenti nel sostenere una lezione che per dinamiche relazionali e comportamentali e strategie didattiche è un’esperienza completamente diversa rispetto alle lezioni in presenza.
Le dinamiche di una lezione online sono completamente diverse, soprattutto se non si vuole fornire agli studenti semplicemente una video lezione frontale, ma un’esperienza completa di apprendimento. 
Tenere, inoltre, l’attenzione di un’intera classe, attraverso un piccolo schermo ha richiesto oltre allo sforzo di reinventarsi in un lavoro che magari si fa da anni, l’impostare nuove regole comportamentali e relazionali in un’ambiente classe completamente nuovo. 

Il corpo docenti ha dovuto, quindi, adattarsi e formarsi sull’utilizzo di strategie didattiche che potessero permettere coinvolgimento e insegnamento anche tramite uno schermo. Altre difficoltà hanno riguardato gli aspetti più tecnologici: non tutti avevano a disposizione computer, tablet, connessioni internet, webcam, microfoni in grado di fornire un’esperienza scolastica positiva ed equa a tutti gli studenti. 
Ed, infine, ma non per importanza, la didattica a distanza ha talvolta reso più complessa l’esperienza di apprendimento per gli studenti
 più isolati, poco motivati o con situazioni di difficoltà di apprendimento. 

Superate queste difficoltà, sono però in molti che guardando indietro a questo complesso anno scolastico sottolineano l’importanza di una scuola in vivo, che non è solo didattica, ma soprattutto esperienze e relazioni.  

E cosa pensano i genitori?

“Questa non è scuola! La scuola deve riaprire”
“Io mio figlio a scuola non ce lo mando. Troppo rischio, tanto con internet qualcosa impara”
“Ho assistito a qualche lezione…è una pagliacciata!” 
“Le maestre di mio figlio sono fantastiche…hanno fatto di tutto, creato attività, ci sentiamo via mail, inviano schede e coinvolgono la classe! Hanno portato avanti la scuola anche con questa emergenza!”

Il punto di vista genitoriale sulla DaD è meno positivo.
Ad incidere è  sicuramente la complessità della situazione sociale, dalla convivenza forzata con i propri figli allo smartworking. 
Le sfide per i genitori sono state parecchie e impegnative in quanto far conciliare la vita domestica, la vita scolastica dei figli, inclusa la gestione dei compiti e delle lezioni online, con quella lavorativa ha reso la didattica a distanza difficile da organizzare, rendendo quei momenti di convivenza non sempre sereni. 

A livello emotivo, molti genitori hanno messo in luce il forte disagio emotivo provato dai propri figli, con un aumento considerevole di comportamenti quali scarsa concentrazione, cambi d’umore, frustrazione e bisogno d’aiuto e senso di solitudine. Sentimenti  principalmente negativi di solito attribuiti dai genitori ad una difficoltà nella comunicazione a distanza e nel seguire le lezioni senza il sostegno di un adulto.

Le emozioni contrastanti tra genitori e figli creano un circolo vizioso che si ripete quotidianamente ed origina una condizione nuova.

Suggerimenti pratici

Nonostante il ritorno graduale alle lezioni di didattica in presenza, soprattutto per la scuola primaria, la DaD è una pratica ancor oggi considerata “risolutiva” in situazioni di incremento dei contagi covid-19. Pertanto, vogliamo darvi alcuni suggerimenti pratici utili. 

Durante lo svolgimento della Dad: 

  1. Supervisionate la presenza alla lezione, ma non invadere il loro spazio.
    La scuola è il loro mondo, è il “qui e ora” dove ogni bambino è chiamato ad esprimere se stesso e comprendere i propri punti di forza, ma anche le debolezze e i propri sbagli.
  2. Condividete con loro situazioni, pensieri, preoccupazioni rivolti alla scuola e alla formazione online. Vi aiuterà a confrontarvi ed osservare il punto di vista dell’altro. 
  3. L’attenzione va riservata all’uso consapevole del device e di internet piuttosto che alla DAD, ai programmi svolti o al metodo dell’insegnante.

Cosa fare nel tempo libero: 

  1. Proponete attività alternative piacevoli da svolgere insieme
  2. Condividete” l’uso di device, interessandovi a ciò che piace a loro seppur molto lontano da noi; d’altronde sono loro i nativi digitali! 
Se sei un genitore interessato ad un percorso di media-education puoi scrivere alla Dott.ssa Angela Saccà.
Angela Saccà | Coordinatore sede Tice Kids Piacenza

Angela Saccà
Psicologa, Master ABA, Dottoranda in Psicologia

Dopo la laurea in Psicologia e il Master in Analisi Applicata del Comportamento (ABA), si occupa di interventi cognitivo-comportamentali con bambini che presentano Bisogni Educativi Speciali e di percorsi di media education con genitori. 
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