Francesca Cavallini, psicologa, dottore di ricerca, fondatrice di Tice e mamma lesbica di due bambine, racconta da un punto di vista psicologico e scientifico l’omogenitorialità, aprendosi alla propria esperienza in modo consapevole e arricchente.
Se hai delle domande puoi scrivere a francesca.cavallini@centrotice.it
"Come possiamo parlare nella quotidianità del donatore?"
Scrivo l’articolo di oggi, grazie ad una lettrice di questo blog sulle famiglie arcobaleno che mi ha chiesto di approfondire la narrazione del donatore nella quotidianità.
Così ho pensato di raccontare qualche episodio. Lo faccio perché credo che parlare del donatore o della donatrice sia davvero importante: i silenzi e i tabù sono elementi che creano distanza nelle relazioni.
Quindi ecco qualche consiglio che prende spunto da esperienza della quotidianità della mia famiglia per non creare tabù.
Il corpo
A volte ci capita di guardare le foto tutte insieme e di cercare particolari unici nel volto o nel corpo delle nostre figlie: la forma degli occhi, i nei, le mani o le espressioni e, in quelle occasioni, parliamo del donatore. Partiamo da quel particolare per immaginarcelo e iniziamo a chiacchierare su come sarà fatto e ci domandiamo se saremo in grado di riconoscerlo. A volte le nostre figlie sono curiose, altre volte non ascoltano nemmeno, mentre altre volte ancora litigano per chi gli somiglia di più.
Il carattere
Ci sono tratti di personalità, penso alla tranquillità di Bice o alla sensibilità di Tullia, che sono così peculiari e radicati che sembrano avere una base genetica. Ogni tanto quando questi tratti emergono nelle conversazioni o nelle discussioni ci viene in mente il donatore. Pensiamo al suo carattere e spesso discutiamo della sua generosità, di cosa avrà pensato quando ha scelto di donare il seme. A volte ci domandiamo se anche lui “ci” pensa e se anche lui si chiede “come siamo”.
L’INCONTRO: spesso andiamo in viaggio in Spagna, lo abbiamo preso come una tappa fissa. La vacanza diventa un modo per riconnettere le nostre figlie con le loro origini genetiche. In Spagna giochiamo spesso a cercarlo tra la folla e a immaginarci come sarebbe l’incontro.
L'incontro
Spesso andiamo in viaggio in Spagna, lo abbiamo preso come una tappa fissa. La vacanza diventa un modo per riconnettere le nostre figlie con le loro origini genetiche. In Spagna giochiamo spesso a cercarlo tra la folla e a immaginarci come sarebbe l’incontro.
In generale, il donatore è parte della nostra famiglia. È qualcuno che non consociamo, ma di cui parliamo e che ha uno spazio nelle nostre menti.
Grazie alla lettrice che ha sollecitato in me questo articolo, se volete suggermi altri temi, vi lascio un box per le domande qui sotto!
Francesca Cavallini