La scuola è già finita da quasi un mese e i bambini sono già in vacanza: c’è chi frequenta il centro estivo, chi è in vacanza con gli Scout, chi va in piscina con la mamma e chi al mare con la famiglia. Tutti però hanno in comune i compiti delle vacanze!
Recentemente, una maestra di scuola primaria mi ha spiegato che i compiti delle vacanze non servono a nulla se non si fanno divertendosi o se diventano un peso o motivo di discussione in famiglia. Ne abbiamo parlato a lungo, perchè spesso vengo contattata da genitori che si trovano in difficoltà per questo motivo.
Alcuni genitori acquistano il libro delle vacanze per iniziare dal 10 giugno una paginetta al giorno per tutta l’estate, altri trascorrono le prime settimane di settembre a completare le pagine con i propri figli. Abbiamo pensato quindi di parlare dei compiti delle vacanze, cercando di capire se sono utili, in che modo e come poterli completare senza perdersi la magia e il riposto dell’estate.
I compiti delle vacanze servono davvero?
Le posizioni sono contrastanti, c’è chi sostiene che d’estate sia importante riposarsi, giocare, fare sport, vivere esperienze nuove, ricaricarsi di energia (tanto per la scuola c’è sempre tempo a settembre!), e chi sostiene che i compiti servano per tenere in allenamento il cervello, per non dimenticarsi le cose fatte a scuola, per non perdere le abitudini scolastiche.
Dal nostro punto di vista ciò che è importante è valutare come si sente un bambino mentre svolge i compiti delle vacanze, come vive quel momento. Li fa volentieri per tenersi impegnato e desidera completare il quaderno dei compiti assegnato autonomamente? Inizia a piangere al solo pensiero di fare qualche operazione e le discussione diventano all’ordine del giorno?
L’obiettivo dei compiti delle vacanze non è solo quello di mantenerci allenati o di ripassare quanto è stato fatto; i compiti delle vacanze sono un’esperienza di apprendimento e come tale non è fondamentale che questa passi attraverso un libro di 180 pagine o una serie di schede.
I compiti delle vacanze hanno anche l’obiettivo di insegnarci a portare a termine un’attività, ritagliandoci del tempo durante i giochi e i divertimenti dell’estate. Ovviamente, però, sempre con il giusto equilibrio e ciascuno in base alle proprie abilità.
Quanto è importante che siano individualizzati
Ed ecco che Alice di 7 anni raccoglierà dei piccoli oggetti durante la sua estate, scrivendo un piccolo pensiero in stampato maiuscolo su un quadernino da far leggere alla maestra a settembre; mentre Andrea di 8 anni adora completare il libro dei compiti assegnato alla classe.
Stefano, 10 anni, svolgerà delle ricerche sui posti che ha avuto la fortuna di visitare durante l’estate, producendo dei power point con il nuovo tablet che gli hanno regalato per le medie; mentre Sara, 7 anni, che non ha ancora imparato bene a leggere e quando gli si parla dei compiti si rattrista, proseguirà l’intervento di lettura con la psicologa, ma riducendo la frequenza degli appuntamenti e godendosi l’estate.
I compiti, non solo quelli delle vacanze, sono utili se individualizzati sulla base delle esigenze di ciascuno studente, non sono esigenze scolastiche, ma anche relazionali ed emotive. Se pensiamo alla scuola non solo come ad una dispensatrice di nozioni, ma come un ambiente che arricchisce di esperienze e permette di crescere dal punto di vista relazionale, emotivo, comportamentale, ecco che i compiti delle vacanze acquisiscono un altro significato.
Ecco che la mamma di Alice in accordo con la maestra Paola non avrà l’obiettivo di completare tutte le pagine del libro delle vacanze, ma la maestra le ha proposto delle attività da fare insieme ad Alice come colorare, scrivere dei pensierini, fare delle semplici operazioni con la linea di Bortolato e questo la aiuterà ad evitare discussioni, senza sentirsi in colpa o in difetto nei confronti degli altri genitori.
Mentre Stefano, il papà di Luigi, userà la token dell’estate per motivarlo a completare tutte le pagine in modo autonomo, magari durante le ore calde del primo pomeriggio quando al mare non si può andare e si sta in casa con il condizionatore.
Alessandra, invece, proprio per le difficoltà che vive nel far fare i compiti al piccolo Giacomo ha pensato di mettersi in contatto con una psicologa dell’educazione per comprendere se le difficoltà che incontra sono motivate da delle difficoltà di apprendimento specifico e magari l’estate è il momento giusto per fare qualche attività di potenziamento e acquisire un po’ di consapevolezza in merito.
Scarica e stampa subito la nostra token dell'estate!
Qualche suggerimento
- Se sei in difficoltà, confrontati con le maestre che sapranno indicarti delle attività utili ed adatte alle caratteristiche di tuo figlio
- Se i vostro bambino riesce a completare le attività del libro delle vacanze, ma semplicemente ha bisogno di essere spronato e motivato potete concordare e pianificare insieme le attività di ogni settimana, dando spazio ai compiti, ma anche ai giochi insieme, alle esperienze estive e ai momenti di riposo; potete anche scaricare e provare la token dei compiti estivi!
- Se non lo avete ancora fatto, leggete qui i nostri suggerimenti per sopravvivere ai compiti in ogni stagione dell’anno!
- Se pensate che i compiti siano un momento di conflitto eccessivo che mette in difficoltà il vostro bambino e che viene vissuto con rabbia, frustrazione, tristezza o ansia potete scrivere a iris.pelizzoni@centrotice.it e fisseremo un appuntamento.
Iris Pelizzoni
Psicologa, Dottore di Ricerca in Psicologia
Per una consulenza scrivi a: Iris Pelizzoni