“È iniziata l’estate… da una parte sono proprio contenta, potrò trascorrere del tempo con i miei figli serenamente, dall’altra mi capita di pensare a come organizzare le loro attività, riducendo al minimo i tempi morti e non so se faccio bene”
“Per la prima volta quest’anno mia figlia trascorrerà una settimana con una sua amica e la sua famiglia.. hanno la casa in Sardegna e si sono resi disponibili ad ospitarla… sicuramente andrà tutto bene, vero?!
“Per i suoi 18 anni gli abbiamo regalato un viaggio con gli amici a Mikonos… gli ho fatto un sacco di raccomandazioni: non bere, o almeno non bere troppo, fai attenzione in strada, fatti sentire, rispondi al telefono se ti chiamo!… ho già l’ansia!!”
L’estate può porre i genitori di fronte ad alcune dubbi e alcuni pensieri possono palesarsi in modo più forte. Affronteremo l’argomento da un punto di vista psicologico, in caso di ulteriori dubbi o approfondimenti scrivete a giulia.amorotti@centrotice
Pensieri estivi
L’estate, con nuove routine e nuovi programmi, richiede ai genitori molta energia fisica e mentale.
E potrebbero palesarsi molti pensieri o dubbi.
Con chi starà? Cosa farà? Dove sarà? Si riposerà? Però deve fare anche i compiti…e se non li fa? Mangerà abbastanza? Sarà educato? E se si fa male? È l’età giusta per un viaggio da solo con i suoi amici?
Domande diverse che possono essere accomunate da un tema comune, il controllo.
Il tema di perdere il controllo su ciò che potrà accadere al proprio figlio o su ciò che potrebbe fare in nostra assenza.
Questi pensieri per alcuni potrebbero essere una costante, per altri potrebbero palesarsi quando si prospetta una separazione o il confronto con un cambiamento (come d’estate con la frequenza di un campo estivo o di una vacanza senza genitori).
Cosa fare quando questi pensieri si palesano alla nostra mente?
Consapevolezza
A voi è mai capitato di sperimentare pensieri simili? In quali situazioni? A cosa facevano riferimento?
Per prima cosa è importante riconoscere la presenza di questi pensieri, ammettere che ci sono e capire a quali contenuti fanno riferimento.
Per alcuni genitori i pensieri potrebbero riguardare la mancanza di controllo del comportamento dei figli (“e se non si laverà bene i denti?” “Se poi non si comporta bene?”).
Per altri potrebbero essere focalizzati su aspetti emotivi del figlio (“se succede questo poi lui si arrabbierà…”).
Per altri ancora potrebbero essere presenti entrambi.
E per quale motivo è così importante per un genitore “esserci”?
Alcuni genitori potrebbero associare la loro presenza alla possibilità di evitare al figlio il confronto con emozioni spiacevoli, altri invece potrebbero rendersi conto che il desiderio di essere presente, vicino, di controllare potrebbe servire di più per tenere a freno le proprie emozioni spiacevoli (ad esempio la propria ansia).
Come vi fa stare pensare di non poter controllare alcune cose che riguardano la vita dei vostri figli? Che nome date a questa/e emozione/i? Con quale intensità la/le provate?
Provare apprensione, insicurezza, timore in relazione a determinati pensieri è del tutto normale, ma avete mai pensato a quanto questi pensieri e queste emozioni influenzano i nostri comportamenti e le nostre decisioni? Influenzati da quello che pensiamo senza prendere in considerazione anche altre prospettive, potremmo vivere con riluttanza questo periodo o potremmo arrivare a far evitare di far sperimentare certe esperienze ai nostri figli.
Il punto di vista della psicologia
Indubbiamente è tipico delle diverse specie animali sperimentare un istinto di protezione nei confronti dei propri cuccioli e il desiderio di controllo potrebbe, in qualche misura, essere ricondotto a questo istinto.
In quest’ottica si potrebbe pensare che, controllando il comportamento dei nostri figli e l’ambiente in cui essi vivono per creare un contesto prevedibile, si possa evitare loro la fatica di doversi confrontare con la novità, gli errori, il cambiamento. Insomma: essere presenti per promuovere il benessere dei figli.
In realtà, oltre a provare ad accettare che non possiamo avere il controllo di tutto (non solo in riferimento ai nostri figli) , diverse ricerche condotte in ambito psicologico sottolineano che il genitore sensibile ai bisogni del figlio è quello che lo aiuta il bambino sviluppare le proprie risorse per affrontare le situazioni di novità o le difficoltà in modo autonomo, non quello che è sempre presente, iper-controllante, o che si sostituisce a lui per evitare di farlo confrontare con difficoltà e frustrazioni.
Ecco che L’estate potrebbe trasformarsi in un’ ottima “palestra” per bambini e genitori!
I bambini potrebbero iniziare a sperimentare in autonomia quelle competenze che gli serviranno per il resto della vita e i genitori potrebbero provare ad accogliere e “stare” con emozioni a volte poco piacevoli, senza sentire l’urgenza di agire per evitarle. Questo – stare senza agire e controllare – potrebbe far scoprire che spesso i propri figli possiedono molte risorse.
Ovviamente, potrebbe capitare anche di vivere momenti di disagio o esperienze non positive e potrebbero palesarsi pensieri del tipo “se avessi…” – “vedi che dovevo…”. Notiamoli. Coccoliamoli. Scriviamoli. Liberiamoli dal nostro giudizio.
È il primo passo per crescere con i nostri figli.