CONCLUSO
Dottorata: Giulia Amorotti
Le conversazioni diadiche tra bambino e caregiver rappresentano un importante contesto di sviluppo (Fivush, 2007; Laible & Song, 2006). Le radici teoriche di questa affermazione si trovano nell’approccio socio-culturale di Vygotskij (1978) e nella proposta di Bruner (1990). Tra i diversi tipi di conversazioni diadiche assume particolare importanza il reminiscing: conversazione tra bambino e caregiver, guidata dall’adulto, che ha come oggetto il ricordo di eventi del passato vissuti insieme (Reese & Brown, 2000). L’analisi della letteratura ha mostrato che la pratica continuativa del reminiscing, indagato soprattutto all’interno dei contesti familiari e condotto con uno stile altamente elaborativo (Fivush, Haden, & Reese, 2006; Sales & Fivush, 2005), ha effetti positivi sullo sviluppo di molteplici abilità tra cui competenza narrativa (Nelson & Fivush, 2004); costruzione della memoria autobiografica (Fivush, 2008); competenza emotiva (Van Bergen & Salmon, 2010) e costruzione del senso di sé (Fivush & Haden, 2005). Date tali potenzialità applicative, Carr (2011), Neale e Pino-Pasternak (2016) hanno posto l’attenzione su una possibile applicazione di tale costrutto all’interno dei servizi educativi, contesti ancora scarsamente esplorati dalla letteratura. A partire dal tali constatazioni, il presente progetto di ricerca si pone, come obiettivo generale, di valutare la presenza, le caratteristiche e gli effetti del ricorso a tale pratica all’interno di diadi formate da educatori e bambini, di età compresa tra i 6 e i 10 anni, con Bisogni Educativi Speciali. La scelta di tale popolazione è stata dettata dal fatto che tali studenti spesso mostrano di essere carenti in alcuni di quegli aspetti, quali competenza emotiva e narrativa, strategie di coping ed immagine di sé, che la letteratura ha dimostrato essere potenziati da uno stile elaborativo di reminiscing. Lo studio verrà realizzato all’interno di contesti educativi (centri educativi) presenti sul territorio italiano. Dal punto di vista operativo lo studio si propone di raccogliere informazioni sulla valenza clinica del reminiscing tra educatore e studenti con BES, andando a verificare se tale pratica possa essere considerata un utile strumento di interazione anche all’interno dei contesti educativi, col fine di potenziare quelle competenze spesso deficitarie negli studenti con BES.