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Omogenitorialità e religione

cavallini

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If you have any questions you can write to francesca.cavallini@centrotice.it

Una domanda a cui ho faticato a rispondere

Oggi mia figlia mi ha chiesto perché non ho detto al prete che ha due mamme.

Si, siamo una famiglia cristiana: le nostre figlie fanno catechismo e andiamo alla Messa la domenica. Ma, ammetto, al prete non l’ho detto.

Ho lasciato che pensasse che mia moglie fosse la zia delle bambine e, dal canto suo, il Don non mi ha fatto domande. 

Perchè non ne ho parlato, ma vorrei farlo

Non ho parlato al parroco della nostra famiglia, non ho detto la verità, perché conosco il pensiero della Chiesa.

In un certo senso, a malincuore, accetto i suoi dogmi, ma mi godo l’accoglienza e la ritualità che ci riserva.

Ho un mio pensiero su Dio e su cosa pensa di me e della mia vita e, nei miei pensieri, questo Dio accoglie tutte le forme di amore. La Chiesa è una istituzione e scegliendo di frequentarla, in un certo senso, espongo me e le mie figlie a un ambiente non accogliente nei confronti dell’omosessualità, ma accogliente verso le persone.

Andare in Chiesa, frequentare la Parrocchia, mi consente di parlare di spiritualità e mi costringe a spiegare a loro perché non ne parlo al Don. La spiritualità e la religiosità sono elementi importanti nell’educazione e le occasioni che generano di discussione, anche se difficili, fanno crescere. 

Proprio in questi giorni è uscita la notizia di un’apertura da parte di Papa Francesco nei confronti dei figli e delle figlie delle famiglie omogenitoriali che possono ricevere il Battesimo, come anche nei confronti delle persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ che possono fare da madrini e padrini durante i sacramenti.  

Se ti va di condividere il tuo pensiero o esprimere un commento, come sempre, non vedo l’ora di leggere i tuoi pensieri. 

Francesca Cavallini