Francesca Cavallini, psicologa, dottore di ricerca, fondatrice di Tice e mamma lesbica di due bambine, racconta da un punto di vista psicologico e scientifico l’omogenitorialità, aprendosi alla propria esperienza in modo consapevole e arricchente.
Se hai delle domande puoi scrivere a francesca.cavallini@centrotice.it
Sapete perché lo vuole sapere?
Cosa sono i processi protettivi?
Significa che il bambino/a quando percepisce variazioni alla routines si mette nei panni del genitore e, in un certo senso, gli toglie le castagne dal fuoco. Anziché aspettare che sia il genitore a dirgli/le cosa fare o non fare evita l’imbarazzo e si autoregola. Insomma anziché aspettare che le mamme le dicano: “guarda che in questo paese potrebbe essere rischioso…bla..bla..” e con il fine di evitare l’imbarazzo e magari la tensione emotiva il bambino/a libera i genitori da questo empasse.
Tutto questo è giusto o sbagliato?
In generale i processi in cui il bambino si sostituisce ai genitori non sono mai funzionali perché privano il bambino degli aspetti più tipici dell’infanzia ovvero il senso di protezione, l’affidarsi e il non avere responsabilità.
Ci sono però situazioni in cui il senso di protezione prende il sopravvento e il bambino innesca comportamenti come quello che ho descritto.
L’unica cosa che può fare il genitore è “smascherare” il bambino ringraziandolo per la gentilezza e l’attenzione ma mostrando che come genitore sa gestire, tollerare e convivere con tutte le emozioni.
Francesca Cavallini
Psicologa, Fondatrice di Tice, Docente presso l’Università degli Studi di Parma
Per una consulenza scrivi a: Francesca Cavallini