Cosa significa essere autonomi?
Semplice!
Il bambino deve possedere la capacità di svolgere delle routine, dei comportamenti che ci vengono richiesti quotidianamente come svestirsi, vestirsi, preparare lo zaino, preparare tavola, riordinare, lavarsi…
Queste autonomie permettono al bambino di essere attivo e partecipe nella vita quotidiana e non passivo alle azioni dei genitori o del caregivers.
Nella nostra vita quotidiana, per svolgere qualsiasi attività, utilizziamo alcune competenze che ci permettono di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Cosa si nasconde dietro ad una autonomia?
Le competenza richieste durante lo svolgimento delle autonomie quotidiane sono molte e complesse; prima di tutto l’autonomia è una prassia ovvero una sequenza di movimenti con un fine preciso, perciò essa richiede:
- la conoscenza e padronanza delle abilità motorie che quell’attività richiede
- l’organizzazione mentale della sequenza degli steps necessari per completare l’attività
- memoria di lavoro che assicura di ricordare la sequenza da rispettare
- controllo inibitorio che permette di selezionare i movimenti e i comportamenti adeguate
- flessibilità cognitiva per adattare i propri comportamenti alle necessità del momento.
Tutte queste attività non sono completamente innate nell’individuo hanno un fondamento biologico, ma vengono gradualmente attualizzate attraverso l’esercizio e si manifestano già nel bambino piccolo, diventando via via sempre più complesse e sofisticate.
Quando il bambino è pronto?
Le autonomie vanno insegnando rispettando l’età del bambino.
Vediamo insieme a grandi linee che cosa accade nello sviluppo di queste competenze.
- 15 mesi: il bambino inizia ad acquisire autonomia nel momento del pasto tenendo in mano il cucchiaio e comincia a desiderare di mangiare da solo, cosa che farà in modo autonomo dai 24 mesi.
- 18 mesi: inizia a svestirsi partendo dagli indumenti alle estremità del suo corpo, per esempio calze, guanti e cappello e completa l’autonomia nello svestire e vestire intorno ai 3-4 anni, quando sarà anche in grado di slacciare e allacciare i bottoni.
- Dai 24 mesi: il bambino è capace di lavarsi e asciugarsi da solo le mani e la faccia.
- A 4-5 anni, infine, comincia a voler fare le stesse cose dei genitori, dunque usare astuccio, lavarsi, apparecchiare, mangiare da solo.
- Dai 5 anni: il bambino è in grado di vestirsi rispettando il diritto e rovescio.
Come si può insegnare un’autonomia?
Per favorire nel bambino questo importante esercizio, possiamo offrirgli le opportunità per costruire la propria autonomia, proponendogli occasioni di attività che rispondano al suo interesse e al grado del suo sviluppo motorio.
Per insegnare un’autonomia possiamo utilizzare in maniera molto semplice e funzionale i principi dell’analisi applicata del comportamento; in particolare, l’analisi del compito (Task Analysis) che senza saperlo ogni genitore mette già in atto quotidianamente.
La Task Analysis indica una procedura che consente di scomporre un’abilità (o competenza) nelle sotto-abilità più semplici che essa richiede per essere eseguita. Tale procedura prevede pertanto una gerarchia di abilità a cui corrisponde una sequenza di obiettivi di insegnamento-apprendimento.
Vediamo, in pratica, come scomporre un’autonomia in tanti piccoli steps.
Mangiare con il cucchiaio da solo
- prendere il cucchiaio
- raccogliere il cibo
- portare alla bocca
- riposare il cucchiaio
Fare lo zaino
- prendere gli oggetti
- metterli dentro
- chiudere la tasca
- prendere la cerniera
- chiudere fino in fondo
Allacciarsi le scarpe
- prendere un laccio
- incrociarlo sopra la scarpa
- prendere l altro laccio
- incrociarlo sopra la scarpa
- prende il laccio sotto e passarlo all’interno del foro formato dall’incrocio dei due lacci
- prendere un laccio e fare un orecchio
- fare lo stesso con l’altro laccio
- avvicinare
- incrociare
- prendere i fiocchi
- tirare
Tirare verso l’alto la zip di una felpa
- prendere i lembi della felpa
- avvicinare i lembi
- incastrare la zip
- tirare la zip verso l’alto
Per le autonomie del vestire e svestire si può suggerire di iniziare utilizzando indumenti più larghi e grandi che facilitano il movimento e se si hanno difficoltà, fare svolgere prima le attività su una bambola in quanto la coordinazione oculo-motoria è facilitata.
Come si insegna la sequenza?
Il genitore può insegnare una sequenza di azioni tutta insieme oppure decidere di partire da chiedere un solo step alla volta e aiutare completamente il bambino negli altri passaggi.
Per insegnare la catena comportamentale di passaggio, il genitore può usare due procedure differenti:
- può partire dallo step iniziale (concatenamento anterogrado) e solo quando questo è padroneggiata, si passa ad insegnare la seconda azione e così via, “legando” il primo step al secondo e così via.
- può partire dall’ultimo step (concatenamento retrogrado) e solo quando questa è padroneggiata, ovvero quando la persona sa “completare” l’attività, passa ad insegnare l’azione che logicamente la precede, “legando” l’ultima alla penultima.
Tutti questi steps nelle varie autonomie possono essere richiesti dal genitori in diversi modi:
- facendo le azioni con il bambino
- facendosi aiutare dal bambino
- istruendo il bambino con comandi verbali
- utilizzando una sequenza di immagini o video della routines.
Quando è il turno del bambino di provare, lasciatelo provare!
Bene ora tutti al lavoro!