DSA e Compiti: che fatica!
“Mi sento in colpa di non essermene accorta prima”
“Non vedo l’ora che la scuola finisca!”
“Gli ho detto che se non riesce a finire la scheda è proprio scemo!”
Prima di fornire indicazioni operative è importante ricordare che in questi casi non è semplice affiancare e sostenere lo svolgimento dei compiti sia perchè talvolta è necessario utilizzare strategie specifiche, ma soprattutto perchè emergono dinamiche emotive che non possono essere sottovalutate.
Quando un genitore ascolta il proprio bambino leggere con difficoltà, prova emozioni di tristezza, rabbia, frustrazione che influenzano il suo modo di porsi e interagire durante lo svolgimento dei compiti.
“Ma è così facile, perchè non ci riesce…?”
“I giocatori della tua squadra del cuore li sai a memoria, perchè non ti ricordi niente che lo abbiamo fatto solo ieri”
“Ha mangiato, con l’h… te l’ho detto mille volte!”
“Ecco, sta piangendo…forse sono stata troppo dura…non ce la faccio più…senti vai a scuola senza compiti, non mi interessa…” “Dai te li faccio io, non voglio che prendi una nota”
Questi sono solo alcuni esempi, ma raccontano l’esperienza con i compiti che sicuramente molti di voi avranno fatto. Per questo motivo, vi chiediamo, prima di proseguire nella lettura, di affrontare i prossimi suggerimenti come degli spunti, non come delle imposizioni.
Quel giorno che sarete stanchi, tristi, nervosi e non avrete le forze emotive per seguire queste indicazioni, fate un passo indietro e chiedete a qualcuno di sostituirvi.
A voi rimarranno le cose più belle e divertenti da vivere con i vostri figli…i compiti fateli fare ad altri!
Suggerimento 1: Quando fare i compiti
Alcuni preferiscono togliersi il pensiero appena tornati a casa, altri posticipano l’inizio fino all’ora di andare a dormire!
Non esiste il momento giusto per fare i compiti, ciò che può aiutare è però la definizione di una routine, condivisa.
Definiamo insieme questa routine, rappresentiamola con cartelloni e condividiamola (può anche essere controfirmata come un contratto educativo).
Questo strumento diventa ancora più efficace se le regole sono condivise con il bambino e non imposte. Ascoltiamo le sue proposte e, se irrealizzabili, scendiamo ad un sano compromesso, dove però, l’ultima parola è la nostra!
Qui a lato trovate un esempio di routine che potete scaricare e utilizzare fin da subito! Sono specificati i momenti di pausa che saranno frequenti e motivati con lo svolgimento di qualche esercizio. Prima l’esercizio, poi la pausa. Non fidiamoci del “fatto una partita poi finisco i compiti”, ma promuoviamo “finisci la scheda, così giochiamo insieme dopo!”
Anche la token economy ci può aiutare moltissimo per promuovere la motivazione allo svolgimento dei compiti e non dover continuamente insistere perchè vengano fatti.
Se vuoi saperne di più, guarda questo video. In pochi minuti ti spiego come poterla mettere in pratica.
Suggerimento 2: Dove fare i compiti
Anche la scelta del luogo è importante.
Soprattutto in questi casi, il luogo migliore è quello che riduce le distrazioni.
Mi è capitato di studiare una poesia camminando in un parco o di ripetere le tabelline mentre saltavo dal divano alla poltrona. Televisione e tablet spenti ovviamente!
La maggior parte dei bambini con DSA imparano e ricordano meglio con strategie che coinvolgono l’ascolto o i movimenti. Anche se si stanno muovendo, non è detto che non vi stiano ascoltando. Chiedetegli di ripetere a voce ciò che avete detto e ne avrete subito la prova!
Suggerimento 3: Cosa fare se mio figlio sbaglia
E sbaglierà spesso…
I compiti sono un’occasione di apprendimento se al giusto livello di difficoltà: compiti troppo facili non insegnano, compiti troppo difficili creano solo frustrazione. Sarà fondamentale coinvolgere le maestre nelle difficoltà riscontrate in modo tale che possano fornirvi indicazioni utili e magari modificare il PDP (se vuoi saperne di più sul Piano Didattico Personalizzato ti consigliamo di visitare la pagina dell’Associazione Italiana Dislessia – clicca qui)
Se vuoi correggerlo, fallo approvando il suoi impegno e la sua motivazione.
Ricordati che non è vero che si impara sbagliando (gli errori insegnano solo a chi riesce a comprendere dove ha sbagliato e a fare giusto).
I bambini imparano quando fanno da soli e riescono bene, per questo motivo è importante scegliere gli strumenti compensativi e le misure dispensative più adatte.
Suggerimento 4: Quali compensativi posso usare?
Nel PDP (Piano Didattico Personalizzato) sono segnati gli strumenti compensativi di cui tuo figlio/a ha diritto sia durante lo svolgimento dei compiti, sia durante le verifiche o interrogazioni!!
È importante sceglierli insieme e usarli anche durante i compiti, in modo che il bambino sia sempre più consapevole del fatto che tali strumenti non sono dei facilitatori, ma gli permettono di vivere la scuola e i compiti esattamente come gli altri.
Chiedete agli insegnanti di specificarvi quali compensativi potete usare durante i compiti.
Vi facciamo qualche esempio (è fondamentale che tali strategie vengano condivise e approvate dagli insegnanti, in conformità con la situazione diagnostica):
- Compito di lettura e comprensione del testo.
Potete decidere di far leggere solo la prima e l’ultima parte del brano e il resto leggerlo voi; potete decidere di leggere voi, registrare la vostra voce e fare ascoltare la registrazione in autonomia; ma potete anche decidere che legga da solo (magari non a voce alta) il brano (se lo desidera, può leggere!)
- Compito di matematica, con operazioni da svolgere in colonna.
Potete scrivere voi le operazioni in colonna e lui le svolge con la Linea di Bortolato; potete scrivere voi le operazioni e lei svolgerle con la calcolatrice, potete fargli risolvere la metà delle operazioni assegnate e il resto con la calcolatrice. Per la prova potete farla svolgere con la calcolatrice, oppure scrivere voi i risultati su dei fogli sparsi e chiedergli di controllare che i risultati che ha ottenuto si trovino in qualche foglio.
- Compito di storia: studia i Sumeri a pag. 54.
Potete ascoltare e guardare un video dei sumeri su youtube, scaricare una mappa, ascoltare l’audiolibro di storia, risorsa digitale che potete trovare all’inizio o alla fine del libro di testo oppure leggere il nostro prossimo articolo.
E per lo studio?
Meglio le mappe concettuali o le mappe mentali?
Iris Pelizzoni
Psicologa, Dottore di Ricerca in Psicologia
Per una consulenza scrivi a: Iris Pelizzoni