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Le sigle della scuola: facciamo un po’ di chiarezza.

Durante le udienze le maestre mi hanno suggerito di rivolgermi ad uno specialista perchè Alessia fa troppa fatica ad imparare a leggere, durante i dettati rimane indietro, c’è sempre molta confusione nei suoi quaderni. Insomma, pensano che non sia solo questione di motivazione. Vorrebbero attivare un BES. (Eleonora, mamma di Alessia)

Fare i compiti con Francesco è complicatissimo. Schede di pochi minuti diventano delle lotte. Ogni volta una discussione. Una volta chi faceva fatica non andava mica dallo psicologo…oggi sono tutti DSA!  (Stefano, papà di Francesco)

Ci ha convocati il dirigente scolastico perchè la scuola è iniziata da qualche settimana e sono già emerse le prime difficoltà. Luca non sta fermo, si alza continuamente, non vuole fare le attività. Alla scuola materna non c’erano questi problemi, ma ora il dirigente vorrebbe che portassi Luca in Neuropsichiatria perchè pensa che possa avere un ADHD. (le mamme di Luca)

Portare a scuola Matilde è un trauma tutte le mattina. Non ci vuole andare, piange, urla, ci chiede di tenerla a casa.  L’altro giorno si è fatta venire anche il vomito! Siamo molto preoccupati! (Stefania, mamma di Matilde)

Può capitare che l’esperienza con la scuola faccia emergere delle difficoltà. Nel mondo della scuola esistono un’infinità di storie di difficoltà di apprendimento.

I Bisogni Educativi Speciali

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Nonostante gli insegnanti siano sempre più formati e a conoscenza di strategie specifiche, per un genitore è sempre molto complicato avere a che fare con le difficoltà scolastiche del proprio bambino e prendere il coraggio di contattare uno specialista. A questo si aggiunge il fatto che non sempre è chiaro quali siano le difficoltà, come si chiamano, a chi rivolgersi. 

Cercheremo in questo articolo di aiutare chiunque stia leggendo a fare un po’ di chiarezza. 

Innanzitutto, nell’ambiente scolastico esiste un acronimo B.E.S. (Bisogni Educativi Speciali) che indica tutti quegli studenti che manifestano particolari esigenze di apprendimento che possono essere di carattere permanente o temporaneo e causate da fattori diversi. 

Nella pratica, i Bisogni Educativi Speciali possono essere suddivisi in tre categorie:

  • Disabilità (Legge 104/1992)
  • Disturbi evolutivi specifici (come DSA, deficit di attenzione e iperattività – Legge 53/2003 e 170/2010);
  • Disturbi legati a fattori socio-economici, linguistici e culturali, condizioni diagnostiche che non rientrano nelle categorie precedenti e studenti plusdotati (BES in senso stretto – Legge 53/2003).

Alunni con disabilità a scuola

La legge 104 del 1992 tutela e garantisce il diritto allo studio di studenti con disabilità (fisica o intellettiva).

Per garantire questo diritto, iMIUR (acronimo che sta per Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) mette a disposizione docenti di sostegno, finanziamento di progetti e attività per l’integrazione, ma anche iniziative di formazione.

Inoltre, è previsto che ogni alunno con disabilità certificata abbia un personale Piano Educativo Individualizzato (PEI).

- che cos'è il PEI?

Il PEI – Piano Educativo Individualizzato – descrive annualmente gli interventi educativi e didattici destinati all’alunno, definendo in modo concreto e operativo obiettivi, metodi e criteri di valutazione. Dall’anno scolastico 2021-2022 viene adottato un nuovo modello di PEI, con relative nuove linee guida che introducono, tra le altre cose, il GLO (Gruppo operativo per l’inclusione). 

- chi scrive il PEI?

Il PEI è elaborato e approvato dal GLO che è composto dal team dei docenti curriculari, presieduto dal dirigente scolastico (o da un delegato) e dai docenti di sostegno. 

Inoltre, partecipano al GLO i genitori, o chi esercita la responsabilità genitoriale, figure professionali interne o esterne alla scuola, un rappresentante dell’unità di valutazione multidisciplinare dell’ASL, un eventuale esperto autorizzato dal dirigente scolastico su richiesta della famiglia (esperto che partecipa solo a titolo consultivo e non decisionale), eventuali altri specialisti che operano in modo continuativo nella scuola e, volendo, lo studente o la studentessa nel rispetto del principio di autodeterminazione.

BES

Legge 170 e PDP

Nell’ultimo decennio, l’attenzione verso i disturbi specifici dell’apprendimento è cresciuta in campo neuropsichiatrico, psicologico e logopedico e si è assistito ad un crescente interesse anche da parte del legislatore.

In Italia, nell’ottobre del 2010, è stata promulgata la legge 170, che riconosce i disturbi specifici dell’apprendimento e il pieno diritto all’istruzione degli studenti con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), garantendo loro appositi provvedimenti “dispensativi e compensativi” al fine di favorire la diagnosi precoce, il successo scolastico (dalle scuole elementari fino all’università) e la collaborazione tra scuola, famiglia e servizi sanitari, predisponendo percorsi riabilitativi adeguati.

Ogni bambino con DSA ha diritto ad un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che presenta gli strumenti compensativi e le misure dispensative messe in atto dalla scuola per consentire al bambino di apprendere 
nel miglior modo possibile e promuovere il suo successo scolastico.

DSA - cosa sono

Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) sono alterazioni neurobiologiche che determinano importanti difficoltà ad apprendere a leggere (dislessia), scrivere (disortografia e disgrafia) o calcolare (discalculia), in bambini, adolescenti e adulti, con un livello cognitivo nella norma e che non presentano difetti della vista, dell’udito o sindromi neurologiche.

Si definiscono “Specifici” poichè interessano un dominio di abilità ben definito (lettura, scrittura e/o calcolo) in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Vengono diagnosticati dopo avere escluso la presenza di patologie/anomalie sensoriali, neurologiche o cognitive e di gravi psicopatologie.

Il disturbo specifico dell’apprendimento non è una malattia ma, come indicato dall’Associazione Italiana Dislessia (AID) , è una neurodiversità: uno sviluppo neurologico non patologico, ma atipico, sottostante alle abilità di lettura, scrittura e calcolo.

DISLESSIA

DISGRAFIA

DISORTOGRAFIA

DISCALCULIA

DSA - la diagnosi

- a che età si può diagnosticare?

La diagnosi di Dislessia, Disortografia o Disgrafia si può effettuare dalla fine della seconda classe della scuola primaria, mentre quella di Discalculia si può effettuare dalla fine della terza classe di scuola primaria.

Per formulare una diagnosi, è necessario che sia terminato il normale processo di insegnamento delle abilità oggetto di valutazione. Nonostante ciò è possibile individuare fattori di rischio (personali e familiari) e indicatori di ritardo di apprendimento che possono comunque consentire l’attivazione di interventi precoci, mirati a risolvere le difficoltà o ridurre l’impatto del disturbo sugli apprendimenti. Quindi, se gli insegnanti si accorgono di difficoltà nell’imparare anche in prima o in seconda, è bene che vengano informati i genitori per poter attivare dei percorsi di supporto volto a potenziare le difficoltà riscontrate e l’autostima del bambino. 

Prima si interviene, migliore sarà la prognosi e il benessere scolastico dello studente.

- chi può effettuare la diagnosi?

La diagnosi clinica può essere realizzata solo da psicologi (L.56/89) e medici con specifici test standardizzati e condivisi, in linea con le indicazioni della Consensus Conference, del Panel di Aggiornamento e Revisione della Consensus Conference e dell’Istituto Superiore di Sanità. 

A seguito dell’accordo Stato-Regioni “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” del 25 luglio  2012, ogni regione si esprime diversamente circa la possibilità che la diagnosi venga effettuata anche da specialisti o strutture accreditati.

In Emilia Romagna la diagnosi di DSA può essere redatta da professionisti pubblici o privati e, in questo secondo caso, dove essere corredata dal documento di conformità dell’Azienda USL di riferimento. Non esistono quindi strutture convenzionate, ma nel caso in cui ci si rivolga ad un centro per la diagnosi di Disturbo di Apprendimento Specifico, la diagnosi finale dovrà essere portata al servizio pubblico per essere corredata di documento di conformità.

- cosa sono gli screening che fa la scuola?

La scuola propone degli strumenti di screening (metodologia di rilevazione che è in grado di predire un disturbo sulla base della presenza di un segno critico selezionato in precedenza – Paoletti & Stella, 2008) con l’obiettivo di individuare precocemente i bambini che presentano difficoltà di apprendimento e, successivamente, indirizzare ad un percorso diagnostico.

Non si tratta di strumenti diagnostici (abbiamo già detto che in Italia solo psicologi o medici possono effettuare una diagnosi di Dsa), ma è possibile in questo modo individuare precocemente alcune difficoltà di apprendimento.

Ricordiamoci però che misurare soltanto il livello di lettura, scrittura e calcolo dell’alunno può condurre facilmente a falsi positivi  oppure a falsi negativi ovvero la mancata individuazione del soggetto che presenta il disturbo soprattutto quando è presente in forma lieve.

Ricapitolando...

  • Se un insegnante ti riferisce alcune difficoltà di apprendimento (a leggere, a scrivere o far di conto), ma anche difficoltà di attenzione, a seguire le indicazioni (rimane indietro, non finisce le consegne, si alza frequentemente…) potrebbe non essere solo questione di “poca voglia” o di “poco esercizio”- può essere utile contattare il proprio pediatra per essere indirizzati ad un percorso di approfondimento diagnostico normativo (tramite il servizio pubblico o privatamente).
  • Rivolgersi ad uno psicologo dell’Educazione, che si occupa di difficoltà di apprendimento può essere molto utile fin da subito per individuare eventuali difficoltà e supportare il bambino e la famiglia. 
  • Noi di Tice abbiamo creato degli strumenti di assessment criteriali che permettono di fare una “fotografia” degli apprendimenti e delle abilità scolastiche e comportamentali, per strutturare dei percorsi di potenziamento e supporto. 
  • Durante la fase di valutazione è importante informare gli insegnanti sia per promuovere un’utile comunicazione e collaborazione, sia perchè anche in attesa del risultato della valutazione gli insegnanti possono attivare un Bisogno Educativo Speciali e utilizzare accorgimenti specifici.  
  • Infine, i dubbi e le preoccupazioni di un genitore di fronte alle difficoltà del proprio bambino sono normali e giustificate. Anche in questo caso, è molto utile chiedere una consulenza psicologica sia per comprendere meglio di quali difficoltà si tratta (come si chiamano, come funzionano), ma anche per essere supportati nell’accettazione consapevole
  • Pensi che i DSA non esistano e che è tutta questione di motivazione? Tuo figlio ha appena ricevuto la diagnosi e sei molto preoccupato per il suo futuro? Scrivimi, fisseremo un appuntamento per parlarne. 
Iris Pelizzoni | Psicologa Queer

Iris Pelizzoni
Psicologa, Dottore di Ricerca in Psicologia

Si occupa di interventi di tipo cognitivo-comportamentale con bambini e ragazzi che presentano difficoltà emotive, comportamentale o scolastiche presso la Sede di Tice Piacenza.  
Per una consulenza scrivi a: Iris Pelizzoni
 

Dott.ssa Iris Pelizzoni

Sono Iris Pelizzoni, dopo essermi laureata in psicologia con una tesi sperimentale sull’applicazione dei principi ABA allo sport, ho iniziato il tirocinio professionalizzante a Tice e, grazie alla Prof.ssa Cavallini, ho visitato la Morningside Academy di Seattle. Tornata in Italia ho conseguito il Master in Analisi Applicata del Comportamento e ho iniziato il dottorato di ricerca in psicologia, studiando le strategie comportamentali per l’acquisizione e il potenziamento delle abilità di studio con bambini neurodivergenti. Oggi mi occupo di benessere scolastico ed emotivo di studenti e studentesse universitarie neurodivergenti e di supporto emotivo per persone che appartengono alla comunità Lgbtqia+.